sabato 31 maggio 2008

Il cinema per L'Ambiente

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Si svolgerà in Lombardia, dal 5 all’11 giugno, il primo Festival Internazionale dell’Ambiente. Il cinema si confronta con temi urgenti come clima e ambiente, mobilità, energia, edilizia. Ci saranno una serie di incontri, dibattiti, conferenze, feste e spettacoli

http://www.festivaldellambiente.com/

Trash art: quando i rifiuti diventano arte

Se i rifiuti vanno valorizzati, il genio di Tim Nobel e Sue Webster riesce a farlo anche sotto l'aspetto artistico. La coppia britannica, con magistrale abilità e magia, trasforma cumuli d'immondizia e gli dà delle forme inaspettate. Bisogna però guardare dall'angolazione di luce giusta, altrimenti l'immondizia rimane immondizia.

Terra

venerdì 30 maggio 2008

Energia: si torna a parlare di nucleare

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Con il referendum del 1987, gli italiani votarono contro il nucleare. Il nuovo governo progetta d'impiantare nel nostro paese un gruppo di centrali nucleari di nuova generazione L'interesse per il nucleare nasce come risposta alla necessità di produrre energia su larga scala, di ridurre il rilascio di anidride carbonica, di contrastare la crisi di petrolio e gas. La parola "nucleare" però richiama alla mente rischi terrificanti:

  • rischio chimico (sicurezza degli impianti e  contaminazione radioattiva)
  • problema della produzione e dello stoccaggio delle scorie
  • rischio di proliferazione e di terrorismo (trafugazione di materiali radioattivi, individuazione di impianti nucleari come obiettivi)

Inoltre, le riserve di uranio sono destinate ad esaurirsi presto e potrebbe essere necessario ricorrere al plutonio, elemento fortemente tossico sia dal punto di vista chimico sia da quello della radioattività. Mi rendo conto che  la tecnologia in atto a Chernobyl  nel 1986 non può essere che superata, ma quanto siamo lontani dai cosiddetti reattori di IV generazione, meno costosi e più affidabili? E poi, questa sicurezza sembra che abbia a che fare, per ora,  solo con l'aumento dei punti di controllo ma non con il blocco in caso d'incidenti e rimane il problema delle scorie.

Ma intanto, davvero, il mondo, va in questa direzione? Mi piace pensare che, molti di noi, piuttosto che soccombere all'ombra del nucleare, seguono la direzione di un futuro più "solare": quello delle energie rinnovabili e sostenibili.

7 giugno a Milano: in marcia per il clima

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"Marcia per il Clima"  è una grande manifestazione nazionale promossa da diverse associazioni italiane che si terrà a Milano il 7 giugno.  

L'Italia è in ritardo sugli impegni di Kyoto ed inoltre, rischia, di non poter adempiere alla direttiva europea cosiddetta del 20-20-20 (20% riduzione di emissioni di CO2, 20% incremento efficienza energetica, 20% incremento utilizzo fonti rinnovabili).

Questi ritardi e queste inadempienze si traducono non solo in costi ambientali ma hanno ripercussioni anche in termini economici, sociali e culturali che incidono sullo sviluppo di un paese. L'Italia che resta indietro, vuole con questa marcia sensibilizzare ogni cittadino su comportamenti  sostenibili  per perseguire gli obiettivi indicati dall'Unione Europea e quindi  per arrivare, entro dieci anni, a  ridurre del 30% le emissioni di gas serra. La "febbre" del paese può scendere solo con diverse scelte tecnologiche e nuovi stili di vita. Saranno affrontate 4 aree tematiche: aria(inquinamento atmosferico), terra (agricoltura biologica, uso del suolo, OGM), acqua(inquinamento e risparmio idrico), e fuoco (efficienza energetica, energie rinnovabili, gestione dei rifiuti) e per ognuna di esse,  saranno illustrati modelli di sviluppo alternativi.

mercoledì 28 maggio 2008

Finalmente la direttiva Ue sui reati ambientali!

Il Parlamento europeo ha adottato il testo dell'accordo raggiunto con il Consiglio in materia di reati ambientali. Si tratta di uno strumento legislativo in grado di contribuire alla lotta contro i crimini ambientali, con una direttiva che punisce le ecomafie con sanzioni pecuniarie o reclusione. Ricordiamo che il Parlamento italiano ha istituito, nelle ultime 4 legislature, una Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse, che ha sviscerato il business illegale in tutte le sue forme. Nel 2001 è stato finalmente approvato il delitto di attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti. Sabrina Pisu ha chiesto una valutazione sulla direttiva Europea sugli ecoreati ad Antonio Pergolizzi, Coordinatore nazionale dell'Osservatorio ambiente e legalità di Legambiente

(da ecoRadio, 22 maggio 2008)

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domenica 25 maggio 2008

Il rifiuto: carta d'identità

image Il primo passo per dare valore al rifiuto è valutare se effettivamente sia una sostanza od un oggetto di cui occorre disfarsi: "davvero, non serve più? Non può essere riutilizzato, riparato, etc.?" Il rifiuto, una volta considerato tale (con ragionevolezza, possibilmente), ha determinate caratteristiche e in base a queste va selezionato e trattato (evitiamo di riempire la pattumiera disordinatamente). Il problema dei rifiuti è una questione di tutti perchè è una questione ambientale e richiede responsabilizzazione a livello individuale. Il rifiuto appartiene all'ambiente e all'ambiente ritorna, se pur dopo un ciclo, non possiamo pensare di espropriarlo.

identificazione: si intende per rifiuto qualsiasi sostanza od oggetto che rientra nelle categorie riportate nell'allegato A del Decreto Legislativo n.22/97 (Decreto Ronchi) e di cui il detentore si disfi o abbia deciso o abbia l'obbligo di disfarsi.

altro tipo d'identificazione (forse più adatta): materiale post-consumo

appartenenza: ambiente

provenienza: da attività urbane o da attività speciali

caratteristiche: pericolosi o non pericolosi

cittadinanza: pianeta terra

stato: pulverulento/solido non pulverulento/fangoso palabile/liquido

Chi punta all'obiettivo Rifiuti Zero?

Che cosa significa Rifiuti Zero (Zero Waste)?

Rifiuti Zero è un piano di gestione dei rifiuti che nasce come risposta ad un consumismo che si allarga e si impone come modello incivile, degenerante fino ad essere distruttivo.

Più sale la febbre del "bisogno dell'inutile" e più si produce, per la soddisfazione di un mercato irragionevolmente esigente.

Più si produce e meno si riutilizza o si recupera e più si ottengono scarti presso le aziende e rifiuti presso le nostre case.

Ma, mi chiedo: "Chi rinuncerebbe ai comodi usa e getta; "Chi riutilizzerebbe o recupererebbe, piuttosto che sostituire con materiali più nuovi ed accattivanti?" E inoltre: "L'industria, rinuncerebbe al suo attuale mercato per una produzione sostenibile (un'industria responsabile che metta a punto prodotti, confezioni e imballaggi migliori)?"

Il consumista convinto potrebbe rispondere che la soluzione è continuare a produrre per poi bruciare i rifiuti. Ma, l'incenerimento, mi chiedo, può essere sostenibile? L'inceneritore (o termovalorizzatore se vogliamo conferirgli maggiore dignità e valore)è difficile da controllare e richiede l'utilizzo di materiali accuratamente selezionati (sicuramente, ad esempio, non le attuali ecoballe prodotte nel territorio campano). Molto probabilmente potrebbe essere rischioso e poi anche molto costoso. Il termovalorizzatore brucia risorse che potrebbero essere invece riutilizzate.Se bruci qualcosa poi devi ripartire da zero nel processo produttivo, devi sempre spendere nuovi soldi per l'estrazione delle materie prime, per la produzione e così via; se invece ricicli e riutilizzi non devi incominciare da capo e risparmi il quadruplo di energia.

Certo, mi rendo conto, una strategia a Rifiuti Zero è difficile da perseguire. Difficile per una società che, sebbene scoppi perchè ripiena di merci e materiali post-consumo, è presa dalla febbre del consumismo.

La "Rete Nazionale Rifiuti Zero e la Rete Campana Salute Ambiente" contano di organizzare, entro il mese di giugno, una grande manifestazione nazionale a Napoli, in difesa della democrazia, della salute, dell'ambiente e per ribadire che l'unica soluzione al disastro campano è quella di iniziare un percorso VERSO RIFIUTI ZERO. In quanti saranno alla manifestazione?

mercoledì 21 maggio 2008

Sempre più tecnologia, sempre più rifiuti

image La tecnologia, oltre al progresso, produce, inevitabilmente rifiuti. Spesso si tratta di rifiuti pericolosi. Per esempio, se smontiamo un pc, possiamo individuare:

PLASTICA: 22,9 (riciclabile al 20 %)
FERRO: 20,5 (riciclabile all’80 %)
RAME: 6,9 (riciclabile al 90 %)
STAGNO: 1,0 (riciclabile al 70 %)
ALLUMINIO: 14,2 (riciclabile all’80 %)
SILICIO: 24,8 (NON riciclabile)

(fonte: Ri.Ge.Co)

Tutte le apparecchiature che dipendono, per un corretto funzionamento da correnti elettriche o campi elettromagnetici, si definiscono RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche). Parliamo quindi di rottami tecnologici, quali possono essere i piccoli e grandi elettrodomestici, le apparecchiature informatiche. La maggior parte di questi rifiuti tecnologici (e-waste) sono altamente inquinanti e richiedono una gestione specifica per la raccolta e lo smaltimento.

Il volume dei RAEE prodotti sta crescendo ad un tasso tre volte superiore rispetto a quello dei normali rifiuti solidi urbani a causa dell’elevato uso di apparecchiature elettriche ed elettroniche, supportato peraltro dall’incremento del consumo di apparecchiature senza cavo energeticamente autonome, con un conseguente aumento dei volumi di batterie esauste da ritirare.

Dal primo gennaio 2008, con il nuovo decreto sulla gestione e lo smaltimento dei rifiuti tecnologici, il compito di occuparsi dei RAEE è passato dagli organismi comunali agli stessi produttori che dovranno quindi raccogliere, smistare, smaltire ed eventualmente riutilizzare i RAEE.

lunedì 19 maggio 2008

Livelli di azoto a rischio come livelli di carbonio

image I livelli di azoto continuano a salire, a causa di una produzione massiccia di fertilizzanti e dell'uso di combustibili fossili. Il rischio per l'ambiente è simile a quello del biossido di carbonio. Nella sua forma inerte, l’azoto è innocuo ed estremamente abbondante, dal momento che costituisce il 78 % dell’atmosfera terrestre ma l'innalzamento dei livelli di azoto reattivo può causare una cascata di eventi che produce come risultato una perturbazione dell’equilibrio naturale dell’ecosistema e in definitiva anche un rischio per la nostra salute. Un atomo di azoto inizialmente parte di un composto che finisce nell’atmosfera può in seguito depositarsi nei laghi e nelle foreste come acido nitrico, nocivo sia per i pesci sia per gli insetti. In seguito, trasportato verso le coste, lo stesso atomo di azoto può contribuire al fenomeno della fioritura algale e a quello delle “zone morte”, in cui un forte deficit di ossigeno porta a un notevole depauperamento delle forme di vita. Infine l’azoto viene riportato nell’atmosfera come protossido di azoto, che distrugge l’ozono atmosferico e contribuisce all'effetto serra.

Secondo studi recenti,  si è calcolato che circa il 30 per cento dell’azoto che entra negli oceani di tutto il pianeta dall’atmosfera deriva dalle attività umane.

Al fine di ridurre l’impatto del problema bisogna ridurre l'uso di fertilizzanti in agricoltura e il consumo dei combustibili fossili per la produzione energia e per il traffico veicolare.

Insomma, fenomeni che sarebbero naturali, come quello della produzione di C (e di CO2) e dell'azoto, sono alterati dalle attività umane che, a partire dalla rivoluzione industriale, hanno distrutto il delicato equilibrio dell'ecosistema.

 

domenica 18 maggio 2008

Decalogo per l'ambiente: lo sottoscrivi?

Decalogo per un ambiente a misura d’uomo

1 L’AMBIENTE È LA CASA DELL’UOMO
L’uomo non abita sulla Terra come un passante in un albergo, bensì abita la Terra come suo proprietario e inquilino. È dunque titolare del diritto e della responsabilità di farne il proprio ambiente ideale.
2 L’UOMO È AL CENTRO DELLA NATURA
La storia e le scienze dimostrano in maniera incontrovertibile che la specie umana è sostanzialmente diversa rispetto a qualsiasi altra presente sul pianeta. La sua eccelsa perfezione ne fa il centro e il vertice della natura.
3 L’UOMO È RESPONSABILE DELLA NATURA
Immerso nell’ambiente come un elemento fra gli altri, ma consapevole di essere l’unico vivente capace di modificare e di migliorare il proprio contesto, l’uomo è tenuto a impegnarsi affinché la natura raggiunga, mantenga e migliori gli equilibri più benefici. Il rispetto per lo straordinario valore anche del più infimo essere vivente deve associarsi alla lungimiranza con cui si stabilisce e si conserva la corretta gerarchia fra tutti i valori naturali.
4 L’UOMO MODIFICA L’AMBIENTE E NE INCREMENTA LA BELLEZZA
“Ambiente” non è casuale compresenza di elementi e tantomeno cieca evoluzione delle specie. Esempi innumerevoli dimostrano che la bellezza della natura coincide con l’arte dell’uomo che se n’è fatto ordinatore. Il paesaggio è componente tanto naturale quanto culturale del contesto ambientale.
5 L’AMBIENTE È UNA RISORSA
In un mondo degno dell’uomo, l’ambiente non è un dato esteriore, un mero elemento di partenza. È una risorsa, cioè un patrimonio che deve moltiplicarsi e fruttare al meglio, affinché l’umanità e ogni singolo essere umano ne traggano il vantaggio più concreto.
6 LA TECNOLOGIA RAPPRESENTA UNA RISORSA PER L’AMBIENTE
La scienza aiuta l’uomo a conoscere il mondo e le sue leggi. La tecnica è versante applicativo di questa conoscenza, che dalla comprensione dei segreti naturali trae spunto per esaltarne le qualità a beneficio di tutti. Se e finché questo rapporto fra l’uomo e la natura si mantiene equilibrato e corretto (a misura d’uomo), l’ambiente non potrà che trarre vantaggio dal contributo della tecnologia.
7 L’ECOLOGIA È LA SCIENZA CHE STUDIA IL GIUSTO RAPPORTO TRA L’UOMO E LA NATURA, NON IL SUO PERVERSO DISSIDIO
Il rapporto conveniente fra uomo e natura è affidato all’“ecologia”, scienza tesa a evitare che interessi particolari di qualsiasi tipo trasformino la natura in strumento usato contro l’uomo, a suo danno.
8 LO STATO NON BASTA A PROGRAMMARE L’EQUILIBRIO ECOLOGICO
È necessaria una prevenzione attenta per evitare l’alterazione degli equilibri naturali. Ciò si ottiene tramite l’esercizio legislativo e quello politico, che vegliano sul bene comune. Ma sebbene essenziale, questa dimensione non è l’unica né quella prioritaria, specie nella gestione delle emergenze, pena il prevalere di uno statalismo catastrofista.
9 IL PRINCIPIO DI SUSSIDIARIETÀ VA APPLICATO ANCHE ALLE POLITICHE AMBIENTALI
L’ambiente, infatti, è anzitutto l’ambiente di ogni uomo. La politica ambientale più corretta è dunque quella che tende a preservare l’iniziativa e la responsabilità dei singoli e delle società intermedie, in modo che le intenzioni e gli interessi di tutti risultino da un’effettiva mediazione a partire dai contesti concreti, non da pianificazioni teoriche e generaliste.
10 NULLA È ECOLOGICAMENTE COMPATIBILE SE NON È ECONOMICAMENTE SOSTENIBILE
L’impegnativo dibattito su fonti e risorse per l’oggi e per il domani – da quelle energetiche a quelle alimentari – deve basarsi su una congrua e attendibile politica economica. Ciò implica che progetti e interventi si sottopongano a un severo conteggio dei costi e dei benefici, abbandonando sia gli assistenzialismi a fondo perduto sia le utopie “pulite” ma non redditizie e inutilmente costose.


Questo manifesto, pubblicato dal "Il Domenicale" e "Lifeventuno" può essere sottoscritto inviando una mail a info@ildomenicale.it o a info@lifeventuno.org

sabato 17 maggio 2008

Rifiuti a Napoli: con il caldo ancora più a rischio la salute

Si avvicina l'estate e restano i rifiuti per le strade di Napoli e, con il caldo, sale il rischio di eventuali gastroenteriti, itterizie, dermatiti, patologie respiratorie. Le alte temperature, infatti, accelerano la putrefazione della frazione organica dei rifiuti e, se piove, queste sostanze, presenti per strada e quindi, non controllate, possono percolare nel terreno e di qui raggiungere falde acquifere, laghi, fiumi.

Cosa avviene nello specifico? In una discarica o in un impianto di trattamento rifiuti organici (impianto di compostaggio), la decomposizione della frazione organica è controllata. Se la fermentazione avviene in modo incontrollato, la parte liquida che si forma, quella di biogas (metano, CO2, ossidi di azoto, fosforo) e quella minerale (sodio e potassio), possono avere un impatto sul ciclo dell'acqua, contaminandolo.

Inoltre il rischio è anche quello degli odori molesti e dello sviluppo di macroparassiti.

La plastica? Non solo va raccolta ma anche differenziata

Sappiamo che la raccolta differenziata prevede la separazione della plastica dagli altri materiali, però questo non è sufficiente. La plastica deve essere avviata a recupero in modo differenziato.

Sarebbe utile, per accelerare i tempi di recupero (ma anche, per responsabilizzarci tutti, comuni e cittadini) che questa separazione partisse già dalle nostre case ed i comuni dovrebbero istruire i cittadini in questo senso.

La plastica riciclata eterogenea è adatta solo alla produzione di elementi di arredo urbano (panchine, recinzioni), giochi per bambini, cartellonistica stradale.

Se invece si parte da materiale plastico singolarmente raccolto, la produzione si diversifica.

Il P.E.T. riciclato viene utilizzato (mischiato con il polimero vergine) per la produzione di nuovi contenitori trasparenti per detergenti. Altri possibili campi di applicazione sono quelli della fibre per realizzare, ad esempio, imbottiture, maglioni, pile, interni per auto.

Il P.V.C. riciclato viene impiegato prevalentemente nel settore edile per la produzione di piastrelle, tubi, raccordi, ecc.

Il P.E. riciclato viene utilizzato per la realizzazione di contenitori per detergenti con uno strato di materiale riciclato pari al 25% della bottiglia. Altri utilizzi riguardano tappi e pellicole per sacchi della spazzatura.

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giovedì 15 maggio 2008

Pulisci la casa ecologicamente

imageI prodotti per la pulizia della casa nascondono insidie che spesso vengono sottovalutate a causa della pratica di un consumismo purtroppo irresponsabile (si riempe il carrello al supermercato con i prodotti più pubblicizzati, pù nuovi o più economici, preferiti a prodotti più ecologici)e della scelta di metodi rapidi ed efficaci (ottenuti con sostanze aggressive).

La "rivoluzione chimica" deve partire dai consumatori. Le loro scelte hanno il potere d'indirizzare gli investimenti industriali che così potrebbero riguardare una maggiore produzione di detersivi ecologici.

Istruzioni per effettuare una pulizia ecologica "fai da te" sono disponibili nella guida al pulire naturale del "Department of Environment and Conservation" (Australia) al link http://www.livingthing.net.au/rc/guides/2006230_natclean_ital.pdf

Le 4 leggi dell'ecologia

All'inizio del 1970 Barry Commoner scrisse "The Closing Circle", nel quale egli discusse la rapida crescita dell'industria e della tecnologia e dei loro effetti su ogni forma di vita. Egli suggerì che potevamo ridurne gli effetti negativi, sensibilizzandoci ed educandoci al naturale contatto con la natura. Commoner riassunse le basi dell'ecologia in 4 leggi.

  1. Ogni cosa e’ connessa a ogni altra (Everything is connected to everything else)
  2. Ogni processo va in qualche direzione (Everything must go somewhere)
  3. La natura sa (il) il meglio (Nature knows best)
  4. Non ci sono pasti gratuiti in natura (There is no such thing as a free lunch)

lunedì 12 maggio 2008

Umanità e Universo: errore di sistema

Errori di sistema del rapporto tra umanità e universo sono alla base dei disegni vettoriali di Mauro Ceolin. DEBUGlandscapes esplora la contaminazione e la distruzione del pianeta terra attraverso il susseguirsi di improvvise sciagure ambientali

SL_tornadoKansas desertStorm DL_mallorca MilfordHaven NorthernStatesPowerCo
 DL_CaliforniaWildfires DL_spacejunk
 DL_katrinaDL_tokaimura

galapagos  galizia urquiola

sabato 10 maggio 2008

La rivoluzione energetica di Greenpeace

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www.greenpeace.it

La Campania felix

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Con l'arrivo della bella stagione viene voglia di gite fuori porta. La Campania offre alla vista molti paesaggi ancora verdi alcuni dei quali magari, nonostante tutto, sgombri dai rifiuti. Per una Campania felix che speriamo presto possa ritornare tale, la guida per chi ama le attrazioni naturali.

http://www.turismoregionecampania.it/allegati/filiere/tem/it/tem_Ambientale_it.pdf

sabato 3 maggio 2008

Il Segway: un mezzo pulito, amico dell'ambiente

image Mi chiedo come mai il Segway non abbia attechito? Troppo ridicolo? Se ne vedono solo nei luoghi di vacanza, eppure è un mezzo ecologico che contribuirebbe in città alla riduzione dell'inquinamento da traffico.

Se non sapete di cosa si tratta, riporto la descrizione presa da Wikipedia.

"Il Segway HT è un dispositivo di trasporto personale che sfrutta un'innovativa combinazione di informatica, elettronica e meccanica (HT è l'acronimo di Human Transporter). La sua invenzione si deve a Dean Kamen che ne ha presentato il prototipo nel 2001. Si tratta di un mezzo elettrico, tecnologicamente molto avanzato, per la locomozione individuale. È una sorta di monopattino intelligente che parte, si ferma, fa retromarcia con semplici movimenti del corpo del passeggero-guidatore e gira con l'ausilio di una manopola sul lato sinistro del manubrio.

E' in pratica un oggetto che permette ad una persona di muoversi su di una pedana con due ruote parallele, azionata da due motori elettrici a batterie. Pesa 38 kg e riesce a raggiungere una velocità di 20 Km/h con 40 Km di autonomia. Non richiede alcuna speciale manutenzione: dal punto di vista ecologico rappresenterebbe un valido aiuto per combattere l'inquinamento atmosferico."

Pedalando in bicicletta...

zeroemissionvehicle

Traffico, stress, parcheggio, spreco di carburante, sindrome da automobilista sempre incavolato...perchè non rinunciare all'auto in città e scegliere la bicicletta? Ci sono tanti buoni motivi, tra i quali ovviamente che la bici va ad energia zero (o meglio, la produci da solo pedalando) ed ha emissioni zero.

Utile e divertente la guida "ENciclopedia di sopravvivenza metropolitana" scritta da ciclisti romani, scaricabile all'indirizzo http://www.biciroma.com/enciclopedia.pdf

Buona pedalata a tutti!