venerdì 30 maggio 2008

Energia: si torna a parlare di nucleare

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Con il referendum del 1987, gli italiani votarono contro il nucleare. Il nuovo governo progetta d'impiantare nel nostro paese un gruppo di centrali nucleari di nuova generazione L'interesse per il nucleare nasce come risposta alla necessità di produrre energia su larga scala, di ridurre il rilascio di anidride carbonica, di contrastare la crisi di petrolio e gas. La parola "nucleare" però richiama alla mente rischi terrificanti:

  • rischio chimico (sicurezza degli impianti e  contaminazione radioattiva)
  • problema della produzione e dello stoccaggio delle scorie
  • rischio di proliferazione e di terrorismo (trafugazione di materiali radioattivi, individuazione di impianti nucleari come obiettivi)

Inoltre, le riserve di uranio sono destinate ad esaurirsi presto e potrebbe essere necessario ricorrere al plutonio, elemento fortemente tossico sia dal punto di vista chimico sia da quello della radioattività. Mi rendo conto che  la tecnologia in atto a Chernobyl  nel 1986 non può essere che superata, ma quanto siamo lontani dai cosiddetti reattori di IV generazione, meno costosi e più affidabili? E poi, questa sicurezza sembra che abbia a che fare, per ora,  solo con l'aumento dei punti di controllo ma non con il blocco in caso d'incidenti e rimane il problema delle scorie.

Ma intanto, davvero, il mondo, va in questa direzione? Mi piace pensare che, molti di noi, piuttosto che soccombere all'ombra del nucleare, seguono la direzione di un futuro più "solare": quello delle energie rinnovabili e sostenibili.

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