La tecnologia, oltre al progresso, produce, inevitabilmente rifiuti. Spesso si tratta di rifiuti pericolosi. Per esempio, se smontiamo un pc, possiamo individuare:
PLASTICA: 22,9 (riciclabile al 20 %)
FERRO: 20,5 (riciclabile all’80 %)
RAME: 6,9 (riciclabile al 90 %)
STAGNO: 1,0 (riciclabile al 70 %)
ALLUMINIO: 14,2 (riciclabile all’80 %)
SILICIO: 24,8 (NON riciclabile)
(fonte: Ri.Ge.Co)
Tutte le apparecchiature che dipendono, per un corretto funzionamento da correnti elettriche o campi elettromagnetici, si definiscono RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche). Parliamo quindi di rottami tecnologici, quali possono essere i piccoli e grandi elettrodomestici, le apparecchiature informatiche. La maggior parte di questi rifiuti tecnologici (e-waste) sono altamente inquinanti e richiedono una gestione specifica per la raccolta e lo smaltimento.
Il volume dei RAEE prodotti sta crescendo ad un tasso tre volte superiore rispetto a quello dei normali rifiuti solidi urbani a causa dell’elevato uso di apparecchiature elettriche ed elettroniche, supportato peraltro dall’incremento del consumo di apparecchiature senza cavo energeticamente autonome, con un conseguente aumento dei volumi di batterie esauste da ritirare.
Dal primo gennaio 2008, con il nuovo decreto sulla gestione e lo smaltimento dei rifiuti tecnologici, il compito di occuparsi dei RAEE è passato dagli organismi comunali agli stessi produttori che dovranno quindi raccogliere, smistare, smaltire ed eventualmente riutilizzare i RAEE.
1 commento:
E vero che molti materiali sono reciclabili ma, come abbiamo visto nel vertice di Napoli, si preferisce fare gli inceneritori e farci respirare (e mangiare) il reciclabile e il non reciclabile.
Adesso poi ci mettono anche le centrali nucleari e siamo veramente i pagliacci dell'Europa!
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