Il primo passo per dare valore al rifiuto è valutare se effettivamente sia una sostanza od un oggetto di cui occorre disfarsi: "davvero, non serve più? Non può essere riutilizzato, riparato, etc.?" Il rifiuto, una volta considerato tale (con ragionevolezza, possibilmente), ha determinate caratteristiche e in base a queste va selezionato e trattato (evitiamo di riempire la pattumiera disordinatamente). Il problema dei rifiuti è una questione di tutti perchè è una questione ambientale e richiede responsabilizzazione a livello individuale. Il rifiuto appartiene all'ambiente e all'ambiente ritorna, se pur dopo un ciclo, non possiamo pensare di espropriarlo. identificazione: si intende per rifiuto qualsiasi sostanza od oggetto che rientra nelle categorie riportate nell'allegato A del Decreto Legislativo n.22/97 (Decreto Ronchi) e di cui il detentore si disfi o abbia deciso o abbia l'obbligo di disfarsi.
altro tipo d'identificazione (forse più adatta): materiale post-consumo
appartenenza: ambiente
provenienza: da attività urbane o da attività speciali
caratteristiche: pericolosi o non pericolosi
cittadinanza: pianeta terra
stato: pulverulento/solido non pulverulento/fangoso palabile/liquido
1 commento:
Concordo ma c'è un fatto da tener presente: il profitto. Io collaboro con delle aziende che utilizzano prodotti chimici. Le taniche in plastica da 10 e 25 litri una volta usate vengono mandate a discarica con apposito codice di formulario a seconda del contenuto. Ho fatto osservare a chi di dovere che converrebbe ritirarle e riempirle di nuovo con il medesimo prodotto però mi è stato detto che si "guadagna di più" a vendere una tanica nuova che una riempita.
Se l'azienda fosse mia io riciclerei le taniche vendendo il prodotto a minor prezzo e sensibilizzando l'acquirente con scritte sulla confezione....ma sono solo un consulente esterno (che detto così suona bene ma in realtà significa uno che lavora a fattura perchè costa 1/3 di un dipendente).
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