P rima ecoingiustizia. L'Africa è fra le aree più ricche del mondo quanto a dotazioni in risorse naturali, non solo minerarie, eppure è il continente più «ricco» di miseri e affamati.
Seconda ecoingiustizia. L'Africa è fra le zone che più soffrono e soffriranno per i cambiamenti climatici (secondo il rapporto Fao «Climate Change Adaptation and Mitigation: Chellenges and Opportunities for Food Security», subirà un declino del 30 per cento nei raccolti cerealicoli); eppure salvo eccezioni sono gli abitanti dell'Africa ad avere in media l'impronta climatica pro capite più leggera, ovvero a contribuire in misura minore al caso climatico (lo confermano, seppur con alcune inesattezze, i grafici riportati dal supplemento speciale del Financial Times intitolato «Climate Change. Part two: Policy»).
Terza ecoingiustizia. L'Africa è titolare di un importante credito ecologico nei confronti del resto del mondo e in particolare dell'Occidente; eppure è considerata debitrice finanziaria e al tempo stesso destinataria di «aiuti» (virgolette d'obbligo) internazionali ... che coprono una parte irrisoria dell'ecodebito mondiale verso l'Africa. Convenzionalmente si definisce «debito ecologico» il debito accumulato verso le nazioni impoverite durante lo sfruttamento delle risorse naturali il quale provoca spesso problemi di inquinamento idrico e atmosferico, distruzione di terre, spostamenti di popolazioni, malattie, concentrazione di ricchezza.
(di Marinella Correggia, "Africa, ecocreditrice" estratto da "Il Manifesto" del 19 Settembre 2008)
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