Nel 1994 viene dichiarato ufficialmente lo “stato di emergenza” per i rifiuti in Campania. Le cause? Ecomafia, inottemperanza della Regione Campania al recepimento delle direttive comunitarie, ritardi di pianificazione e di preparazione di discariche idonee. etc, etc, etc...
Il governo nomina il prefetto di Napoli (ordinanza dell’11 Febbraio 1994), primo commissario straordinario per l’emergenza rifiuti in Campania: A lui il compito di predisporre un piano di emergenza in attesa del piano Regionale Smaltimento Rifiuti ai sensi del DPR 915/82. Nel 1996 i poteri passano al presidente della Regione che in quel momento in Campania è Antonio Rastrelli (a capo di una coalizione di centrodestra). Al prefetto rimane la gestione del servizio di raccolta, al Presidente della Regione è affidato il compito di redazione del Piano Regionale e per gli interventi urgenti in tema di smaltimento. Nel giugno 1997 è pubblicato il Piano Regionale per lo smaltimento dei rifiuti che prevedeva la realizzazione di due termovalorizzatori e sette impianti per la produzione di CDR (Combustibile Derivato da Rifiuti). Antonio Bassolino (DS), neopresidente della Regione e nuovo commissario all’emergenza con un bando di gara affida nel 2000 alle società Fibe-Fisia (gruppo Impregilo) la realizzazione di quanto previsto dal Piano Regionale: la prima società avrebbe dovuto costruire e la seconda gestire. Impregilo non porterà mai a termine gli accordi sostenendo come alibi la tesi dell’emergenza infinita. Impregilo e soci avrebbero dovuto costruire sette impianti di produzione di CDR (e lo hanno fatto), edificare due impianti per la termovalorizzazione del combustibile (ne hanno realizzato uno solo, quello contestatissimo di Acerra mai partito e di tecnologia obsoleta), gestire tutti i rifiuti prodotti in Campania. La spazzatura doveva diventare materiale da bruciare (32%), compost destinato al recupero ambientale (33%), scarti ferrosi (3%) e solo il 14% doveva finire in discarica. Ma quella che esce dagli impianti di Cdr (le "ecoballe") è spazzatura triturata. Le ecoballe come dimostrano le indagini,non sono altro che immondizia imballata che non sarà mai possibile bruciare nel rispetto delle norme attuali.
mercoledì 20 febbraio 2008
Non raccontateci più ECOBALLE: storia dei rifiuti in Campania
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